lunedì 10 giugno 2013

Fior di loto

Case&Country luglio/agosto 2012
Nell'immaginario comune il fior di loto proviene dall'Estremo Oriente, tanto che la protagonista femminile di molte favole cinesi porta proprio questo nome. In realtà il luogo di origine del Nelumbo nucifera non è ben chiaro e comunque molto vasto, comprendendo anche l'Australia. Pochi sanno che il N. lutea arriva invece dal Nord  America. Questa pianta era già molto considerata dagli antichi egizi, dal cui fiore nacque il Dio Sole, per comparire nella simbologia delle principali religioni orientali, dal buddismo all'induismo.
Vive nelle acque stagnanti e melmose, e si trova bene tanto in pochi cm. di acqua quanto a profondità superiori al metro. Le sue foglie peltate sono veramente speciali, assomigliando a piccoli ombrelli rovesciati. Sono vellutate e idrorepellenti, portate da piccioli lunghi anche 2 m. e il diametro arriva a 60/70 cm. I fiori sono splendidi, non per niente sono sempre stati considerati generatori di vita; i colori, con i numerosi ibridi creati, passano dal  bianco al cremisi, con tutte le sfumature possibili, comprendendo anche il colore giallo e possono essere sia semplici che doppi.

Nelumbo nucifera
Non mancano di fascino nemmeno i frutti piatti che contengono i semi scuri, grandi come fagioli borlotti, anche loro portati da lunghi gambi. Essiccati  sono ricercati dai fiorai per farne composizioni. In oriente i semi sono considerati una leccornia, con i miei pochi fiori non ho ancora potuto assaggiarli.
Come tutte le acquatiche è una pianta facile; si ritiene che per svilupparsi bene debba avere spazio a disposizione, come un laghetto di una certa dimensione, ma, con le dovuta attenzioni, può crescere e fiorire anche in recipienti piccoli come un secchio. Il compianto maestro giardiniere Peter Smithers ne è l'esempio, con le fotografie dei suoi splendi loti fioriti dentro bei vasi orientali.
Il fascino dei suoi fiori compensa la loro breve durata, non superando i tre giorni.

È da sfatare anche il l'opinione che non siano resistenti al gelo, lo superano benissimo. Quest'inverno, molto freddo, con temperature per parecchi giorni attorno ai -20°,  non ha minimamente danneggiato le mie piante, confinate, per ora, in una vaschetta, in attesa di creare un laghetto solo per loro, perché possono essere invadenti e in pochi anni colonizzare spazi molto ampi, come sta succedendo nei laghi di Mantova e di Viverone.
Per svilupparsi bene vogliono posizioni soleggiate, perché se non temono il freddo invernale amano comunque il caldo dell'estate.
Una buona terra con abbondante letame consumato è la base su cui piantare i rizomi del fior di loto, ma un concime a lenta cessione può anche sostituire il letame.

1 commenti:

Harma ha detto...

Io le ho seminato,e messo dopo circa un mese nel mio tinello,però le piogge persistenti probabilmente hanno rovinato i steli...Non vedo più niente...Che peccato !!